Indietro

Il rapporto Pendolaria di Legambiente

​​​Cresce la mobilità su ferro: agli italiani il treno piace e dove si investe il successo è garantito, da Nord a Sud, dall'alta velocità alle linee metropolitane.  Per i pendolari c'è una buona notizia, sono in arrivo nuovi treni, ma nel Meridione e per chi sta fuori dalla rete veloce i problemi rimangono rilevanti. Ad aumentare sono, infatti, anche le differenze tra le Regioni e le diversi parti del Paese e la carenza di dotazione di trasporto su ferro delle aree urbane rimane rilevantissima rispetto all'Europa e una delle cause dello smog che attanaglia le città italiane.

Legambiente ha presentato lo scorso tre febbraio a Palermo Pendolaria 2019, il suo rapporto annuale sul trasporto ferroviario in Italia, per fare il punto su che cosa si muove e che cosa no sulla rete, in termini di soldi, convogli e persone, e approfondire i risultati prodotti dagli investimenti. Pendolaria, dal 2008, racconta numeri e storie, buone pratiche e denunce da parte dei comitati pendolari che vengono raccolte durante l'anno e sono consultabili sul sito www.pendolaria.it. 

In 10 anni il bilancio dell'alta velocità è imponente: i numeri sono cresciuti di anno in anno, grazie al raddoppio della flotta dei treni AV: 74 nel 2008, 144 nel 2019. I passeggeri trasportati sui treni AV di Trenitalia sono passati dai 6,5 milioni del 2008 a 40 milioni nel 2018, con un aumento del 517%.

Ma anche i dati del trasporto regionale sono significativi. Per esempio, in Lombardia 802mila persone prendono il treno ogni giorno: +6,9% tra il 2017 e il 2018 e +43,4% rispetto al 2009 quando erano 559mila. In Alto Adige, grazie a investimenti in nuovi treni e corse frequenti, i passeggeri sono triplicati sulle linee riqualificate (da 11.000 nel 2011 a quasi 30.000). Sono 31mila i viaggiatori in più in Puglia e 100mila in Emilia-Romagna. O nelle città, come a Milano dove le linee di metropolitana segnano una continua crescita, con 12,5 milioni di passeggeri in più nei primi 9 mesi del 2019 (+4,7% rispetto al 2018); a Firenze dove il tram trasporta oltre 93.000 persone al giorno e a Bergamo dove nel 2018 il Tram delle Valli ha trasportato 3,75 milioni di passeggeri (+5,7% rispetto al 2016). Le situazioni positive sono tante e Legambiente racconta nel rapporto 57 buone pratiche.

Tra le diverse parti d'Italia perdurano, tuttavia, differenze enormi nella qualità e nell'offerta del servizio ferroviario. In alcune aree il servizio è tra i più competitivi al mondo, come tra Firenze e Bologna dove l'offerta, per quantità e velocità dei treni, non ha paragoni in Europa; ma fuori dalle direttrici principali dell'alta velocità e dalle Regioni che in questi anni hanno investito, la situazione del servizio sta peggiorando, con meno treni in circolazione e, di conseguenza, meno persone che prendono il treno. In particolare il Meridione continua a soffrire di un'assenza di progetto.

Nelle aree urbane spicca il maggior ritardo infrastrutturale italiano rispetto ai Paesi europei. La nostra dotazione di linee metropolitane si ferma a 247,2 chilometri (in 7 città in cui vivono circa 15 milioni di persone), lontano dai valori del Regno Unito (oltre 672 km), della Germania (649,8) e della Spagna (609,7). 

Drammatica è la situazione al Sud, dove i treni sono vecchi (età media 19,3 anni rispetto ai 12,5 anni al Nord) e pochi (sono stati addirittura ridotti gli intercity e i regionali in circolazione negli ultimi dieci anni) e viaggiano su linee in larga parte a binario unico e non elettrificate.

I finanziamenti statali per il servizio ferroviario regionale hanno visto una diminuzione tra il 2009 ed il 2019 del 21,5%, mentre i passeggeri crescevano di oltre l'8%. Per i trasporti su gomma e su ferro si è passati da una disponibilità di risorse di circa 6,2 miliardi di euro a 4,8 miliardi nel 2019. 

Per approfondire: Sito di Legambiente