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Ecco le nuove frontiere della mobilità

​​Sulle strade del futuro: auto elettriche e guida automatica, ma anche tante bici e metrò. La scommessa di un cambiamento che punta su interconnessione, sostenibilità, sicurezza e qualità della vita. Fra realtà e un po' d'immaginazione la ricostruzione di sicurstrada/Unipolis.

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Prove di futuro

Auto senza guidatore connesse tramite sensori, semafori intelligenti, pluralità di mezzi di trasporto e controllo dei flussi del traffico. Sono solo alcune delle caratteristiche che determineranno la mobilità del domani. Fantascienza che diventa realtà di pari passo con le innovazioni tecnologiche presenti già oggi sul mercato e con le sperimentazioni che in Europa e nel mondo si stanno facendo, è il caso di dirlo, sempre più strada. Maggiore sicurezza, minore inquinamento, ma anche libertà di tempo e spazi: tempo da dedicare alle attività di tutti i giorni invece che alla guida, spazi che saranno riconvertiti per il transito di pedoni, biciclette e mezzi elettrici. Con benefici per l'ambiente urbano e per la salute dei viaggiatori. Non servirà solo un radicale rinnovamento dell'automobile, che diventerà sempre più smart e tecnologica, ma anche una diversificazione dei mezzi di trasporto. Le quattro ruote resteranno, ma saranno sempre più affiancate da mezzi pubblici per la mobilità collettiva – bus, tram, metrò – da scooter elettrici e biciclette, mezzi ideali per muoversi con agilità e maggiore sicurezza nello spazio urbano.​

Saremo in dieci miliardi nel 2050. E il traffico?​

​Nel 2050 saremo quasi 10 miliardi ad abitare il pianeta, dai 7.2 miliardi di oggi. I dati diffusi dall'Onu infatti prevedono che, con un incremento costante nell'arco dei prossimi 12 anni, nel 2050 la popolazione mondiale toccherà i 9 miliardi e 600 milioni. Oggi una persona su due (54%) vive in città, ma si stima che nel 2050 tale percentuale arriverà a toccare il 66%. Le strategie in tema di mobilità urbana sono quindi decisive: una sfida difficile che si intreccia alle scelte in materia di urbanistica e a quella di politica energetica. Un esempio tra i tanti: l'esigenza di diversificare le fonti e sviluppare il solare, il gas, il metano, e l'idrogeno.​

Il pendolare di domani​​​

Marco, consulente, abita 30 km fuori dalla città. Si sveglia alle 7 della mattina e mentre fa colazione consulta mail e appuntamenti della giornata sullo smartphone. Primo meeting alle 9, in ufficio nel centro città. Basta confermare l'appuntamento on line ed ecco l'auto elettrica mettersi in moto da sola, uscire dal garage e aspettare di fronte a casa, calcolando il percorso migliore casa-stazione a seconda dei flussi di traffico. Il tragitto dura 7 km, e Marco non deve preoccuparsi di guidare. L'auto accompagna Marco in stazione, poi si dirige automaticamente verso il vicino parcheggio scambiatore, dove si ricaricherà aspettando la sera. Sceso dal treno, Marco noleggia una bicicletta a pedalata assistita dalle postazioni in condivisione presenti nella stazione di arrivo: il centro città è chiuso al traffico. Marco inserisce la sua carta di identità magnetica nel colonnino e preleva il mezzo a due ruote. Di sera rifarà il percorso inverso, potendo contare su varie alternative: lo scooter elettrico in caso di fretta, bus, metrò e taxi in caso di pioggia.​

Grandi attese, grandi difficoltà: muoversi in Italia, che lentezza!​

​Se lo scenario futuro è quello di una mobilità a misura d'uomo, per il momento – almeno in Italia – le cose non stanno così. Lo dicono i dati: nel nostro Paese ci sono 606 vetture ogni mille abitanti, contro una media europea di 473. Gli italiani, secondo il primo Osservatorio UnipolSai che elabora i dati rilevati dalla scatola nera Unibox, trascorrono ogni giorno 1 ora e 22 minuti alla guida con una velocità media di 33 km/h. Un dato medio che va affiancato alle misurazioni annuali del Tom Tom Traffic Index: ogni anno, i cittadini perdono ben 8 intere giornate della loro vita fermi in coda. Tempo sprecato a cui bisogna aggiungere il tempo effettivamente necessario per il tragitto casa-lavoro. Senza considerare che nelle grandi città le cose vanno solitamente molto peggio che in periferia.​

Ridurre l’inquinamento da traffico: gli obiettivi europei​​​​

​Gli obiettivi europei fissati dal white paper “Roadmap to a Single European Transport Area – Towards a competitive and resource efficient transport system" sono ambiziosi, ma necessari. Entro il 2050 l'Europa vuole non avere più auto alimentate a benzina nei centri urbani e, per quanto riguarda le distanze medie e i collegamenti tra città, vuole spostare la metà dell'attuale traffico merci e passeggeri dalla strada alla ferrovia. Meno smog e più treni dunque. Ma non basta. Per il 2050 l'obiettivo europeo è quello di tagliare del 60% le emissioni dovute ai trasporti.​

L'auto di oggi e di domani: fra sicurezza e sostenibilità​

​Sarà sempre più affiancata da altri mezzi, collettivi o in condivisione, ma l'automobile non sembra ancora destinata al tramonto, semmai nei prossimi anni assisteremo ad una serie di cambiamenti che rivoluzioneranno caratteristiche e modalità d'uso del mezzo a quattro ruote. Quest'anno se ne è parlato a Rimini, durante la manifestazione H2R – M​obility for sustainability nell'ambito di Ecomondo: un'esposizione delle tecnologie automobilistiche con minor impatto ambientale e maggiore contenuto tecnologico per toccare con mano i risultati e le potenzialità della ricerca automobilistica in tema di sostenibilità dello sviluppo.​

L’auto elettrica​​​

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​L​a benzina lascerà gradualmente il posto ad idrogeno, gas, gpl, ma soprattutto all'elettricità. Nel 2013 in Italia sono state vendute 845 auto elettriche. Poche, soprattutto se confrontate con i numeri dell'estero: in Europa circolano 42mila auto elettriche, 37mila negli Usa, 111mila nel mondo. Nel 2012 erano solo 56 mila. In 12 mesi il numero di auto elettriche è dunque raddoppiato, e per il futuro le previsioni sono rosee: per AssoElettrica nel 2030 ci saranno 10 milioni di auto elettriche solo in Italia, con un risparmio complessivo di energia pari ad un miliardo di euro l'anno. Ma le sfide da affrontare sono molte, a cominciare dal numero di colonnine di rifornimento, ancora poco diffuse nel nostro Paese. L'altro grande cambiamento, che gradualmente investirà il parco automobili in circolazione, riguarda sicurezza e interconnessione: due temi che si intrecciano e che garantiranno sempre meno incidenti sulle strade.

Guida tecnologica

dispositivi già in commercio sono molti, e si stanno diffondendo sempre più: airbag sul cofano per pedoni e ciclisti, assistente alla frenata d'emergenza, assistente al cambio di corsia, fari adattivi, parcheggio automatico, regolazione automatica della distanza, sistema anti-sbandamento, visione notturna, scatola nera e connessione con le reti di allerta traffico.

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In Italia in particolare si sta diffondendo la scatola nera, 2 milioni di dispositivi già in circolazione nel 2013. Entro il 2017 il 10-15% delle auto ne avrà una e potrà beneficiare delle funzioni contro il furto, di assistenza nel post incidente con chiamata automatica dei soccorsi della geo-localizzazione. Gli sviluppi futuri lasciano intravedere miglioramenti importanti dal punto di vista della sicurezza: con i dati delle scatole nere si potranno ad esempio studiare (e poi prevenire) i comportanti pericolosi alla guida.​

​Auto condivisa, che​ passione!​​​

La condivisione delle auto è cresciuta nel 2013 del 50% in tutto il mondo. Secondo le previsioni nel 2014 toccherà I 5 milioni di utenti, numeri che fotografano la diffusione del car sharing nel mondo, che ad oggi coinvolge 3,5 milioni di persone e 70.000 veicoli. A livello europeo, a dominare su tutti è Berlino con 2.300 vetture e più di 200mila utenti iscritti, seguono Londra e Parigi. Fanalino di coda, invece, sono Roma e Madrid, che però stanno cercando di recuperare in fretta il terreno perduto. Ma anche l'Italia, nel suo piccolo, fa registrare numeri da record, con l'aumento del 400% di tale fetta di mercato nel 2013, grazie soprattutto a metropoli come Milano, che conta 108.000 utenti sui 130.000 italiani (sono ormai 11 le città del Paese coinvolte).​

Verso la guida “senza autista"

Ma cosa riserva il futuro, che, in tema di nuove tecnologie per la mobilità, è davvero dietro l'angolo? Da tempo si parla di futuristiche auto “che si guideranno da sole" e i prototipi esistono già: quelli di Google, le cosiddette Google-car, hanno percorso 40mila chilometri, 24,9 volte il giro del mondo. La data da tenere a mente è quella del 2018, quando Google promette di mettere in strada un'auto senza tre componenti che hanno fatto la storia dell'automobile, volante, freni e acceleratore, e capace di muoversi autonomamente in strada in ogni condizione di traffico. Ma il cambio di paradigma che potrebbe rivoluzionare davvero il modo di intendere l'auto è il passaggio dalla proprietà del mezzo ad un uso sempre più collettivo e condiviso. Grandi flotte d'auto sempre disponibili per chi ne avrà bisogno. Uno scenario che gli analisti di Morgan Stanley non vedono così lontano.​

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Entro il 2022 le auto saranno a completa capacità autonoma, entro i prossimi 20 anni potranno girare per le strade in qualsiasi condizione e senza più input esterni. Ed entro le prossime due decadi si affermerà il modello della condivisione. Quando per qualche motivo avremo bisogno di un mezzo a quattro ruote ci recheremo in grandi parcheggi scambiatori, lasceremo il nostro scooter elettrico o la bicicletta e prenderemo “in prestito" un'auto, magari appena utilizzata da un altro utente che, a sua volta, appena terminato l'utilizzo previsto l'ha riportata nel parcheggio scambiatore. E così via.​

Ma quale posto avrà ancora l’auto?​​

Mezzi pubblici e collettivi Per gli spostamenti urbani verrà incentivato sempre di più l'uso di mezzi di trasporti collettivi, nell'ottica di una maggiore sicurezza e sos​tenibilità. Tram, bus, metrò e treni – sempre più green e tecnologici – si occuperanno di coprire le distanze più grandi, sia in città che nei collegamenti interurbani. Ma per raggiungere un simile traguardo, in Italia, c'è ancora molto da fare. I dati Isfort dicono che nelle grandi città (più di 250mila abitanti) a farla da padrone sono ancora i mezzi privati, mentre i mezzi pubblici sono staccati di molto. E al di fuori delle grandi città la situazione non può che peggiorare.​

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London style​​

Londra sta prendendo sul serio la sfida della mobilità: dal 2020 i nuovi vagoni del metrò londinese saranno tutti capaci di autogestirsi e non avranno bisogno del guidatore. Una completa automazione che però, per questioni sindacali legate all'organizzazione del lavoro, entrerà in funzione in maniera graduale e concertata. E il primo cittadino, il conservatore Boris Johnson, ha puntato anche sulla mobilità green, con l'installazione in tutta la città di stazioni di ricarica per le auto elettriche e la realizzazione delle autostrade per biciclette, le cosiddette Cycle Superhighways. Le bici potranno così attraversare da una parte all'altra Londra in percorsi protetti e dedicati. E dove ci sarà l'incontro col traffico automobilistico, semafori e segnaletica garantiranno il più possibile la sicurezza dei mezzi a due ruote.​

Biciclette elettriche e “auto volanti”​​

Anche senza scomodare l'auto volante, di cui sono già state presentati alcuni prototipi nei saloni internazionali, a diffondersi in maniera importante saranno anche le biciclette intelligenti, interconnesse e capaci di dialogare con i più vari dispositivi, dagli smartphone agli orologi smart da polso ai semplici pc. Solo nel 2012 in Svizzera sono state vendute 52.900 bici elettriche.

Le strade intelligenti

Con i cambiamenti dei mezzi cambieranno anche le strade: se a Londra è già stato introdotto il limite dei 20km orari negli incroci del centro, le zone a 30km/h stanno diffondendosi sempre più nelle città italiane, assieme a progetti di pedonalizzazione dei centri urbani.​

Torino innovativa

Ecco le nuove frontiere della mobilità_6.pngA Torino sarà possibile regolare il traffico con dei sensori. La sperimentazione prevede un server centrale che controlli i cicli semaforici, tramite il posizionamento a livello dell’asfalto di 2.754 spire capaci di conteggiare i passaggi delle auto. In questo modo è possibile monitorare il livello di congestio​ne delle strade in tempo reale, e prendere di conseguenza i provvedimenti necessari. Il sistema torinese, denominato UTC, è già oggi in grado di fluidificare il traffico privato e fornisce la priorità di marcia ai mezzi pubblici.​​​​​

Le invenzioni olandesi: corsie ricaricabili e strade a pannelli solari​

Interessante la sperimentazione olandese della provincia del Barabant. Lungo le strade è stata posta una segnaletica luminosa in grado di accendersi automaticamente con l'arrivo del buio e di ricaricarsi con la luce solare. Non solo. Ai bordi della strade luci intelligenti capaci di accendersi in caso di passaggio di auto riescono a ridurre i costi generali dovuti all'energia e a garantire nello stesso tempo un traffico sicuro. Allo studio ci sono anche le cosiddette electric priority lane, corsie a bassa velocità dove le auto elettriche potranno circolare e nello stesso ricaricare la batteria attraverso una serie di campi magnetici.​

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Ecco le nuove frontiere della mobilità_8.pngLa prima strada al mondo che produce energia solare è stata inaugurata qualche giorno fa a Krommenie, non lontano da Amsterdam. Il progetto si chiama “SolaRoad": una pista ciclabile lunga un centinaio di metri e composta da moduli di pannelli solari incorporati nel cemento, ciascuno ricoperto da un vetro resistente che ne limita l'usura, e da un ulteriore rivestimento di plastica traslucida ruvida che assicura ai ciclisti di non scivolare. Ciascun metro quadrato di strada genererà 50-70 chilowattora di energia all'anno.

 A Copenaghen architettura e mobilità si colorano di verde​

Ecco le nuove frontiere della mobilità_9.jpgIl lungo ponte pedonale, la stazione ferroviaria e il parcheggio di interscambio, progettati dallo studio “Cobe” e pronti nel 2018, saranno un punto di riferimento per la mobilità verde della città. La “køge north station” verrà trasformata in un punto di incontro e di scambio per i trasporti ferroviari ad alta velocità e l​e autostrade. Lo spettacolare e panoramico tunnel per i pedoni – 225 metri che si svilupperanno sopra le corsie dell’autostrada, collegandone i due lati – verrà ricoperto di pannelli solari e piastre in acciaio forato, in congruenza con il tessuto infrastrutturale circostante.​​​​

Vantaggi e punti interrogativi

Una mobilità sostenibile, asimmetrica e attenta alle esigenze di vita (e di benessere) della popolazione è per forza di cosa complessa. Garantire l'interconnessione, ad esempio, significa prevedere sofisticate infrastrutture informatiche in grado di mettere in comunicazione tutti i veicoli e i sensori stradali. Oltre all'oggettiva sfida di implementare una simile rete, c'è l'aspetto sicurezza legato ai rischi di hackeraggio. A fronte della complessità dell'operazione, che richiama aspetti anche apparente molto distanti tra loro (urbanistica, politiche energetiche, design dei nuovi mezzi ecc.), sul piatto ci sono però benefici importanti. A cominciare dall'aumento della sicurezza della nuova mobilità. Meno spazio lasciato al “fattore umano" – e al conseguente rischio, ad esempio, di distrazione – un'urbanistica che protegge l'utenza vulnerabile come anziani, bambini, pedoni e ciclisti, e uno sviluppo nell'uso dei mezzi pubblici sono fattori che vanno decisamente in questa direzione.​

Tra minori costi e tutela ambientale​

​Per ipotizzare qualche numero, Morgan Stanley calcola, una volta a regime e ampiamente diffusa l'auto smart senza volante, risparmi per 1300 miliardi di dollari l'anno, l'8% della ricchezza statunitense. Di questi 1300 miliardi, 488 rappresenterebbero i risparmi legati alla riduzione degli incidenti e dei conseguenti costi sanitari, grazie alla regolazione automatica del tragitto che eliminerebbe sul nascere ogni rischio di distrazione. Altri 507 miliardi di risparmi arriverebbero invece da un incremento di produttività e sull'economia globale i risparmi toccherebbero addirittura i 5.600 miliardi. Senza considerare il risparmio di tempo, che sull'auto green del futuro non sarà più dedicato alla guida, ma al lavoro o al relax. Per quanto riguarda la sostenibilità ambientale, la diffusione di auto, bici, scooter elettrici e altri mezzi del genere porterà allo sviluppo di una nuova rete energetica peer to peer. È​ la rivoluzione del solare che, gradualmente, rimpiazzerà almeno in parte i vecchi e inquinamenti sistemi di produzione energetici. Secondo una ricerca di Ubs la domanda energetica che nel 2020 potrà essere soddisfatta dalla produzione domestica di energia elettrica oscillerà tra il 14 e il 18%. Una rivoluzione: le auto elettriche saranno alimentate a casa propria, e per giunta senza pesare sulla rete. Un vantaggio in termini di costi per l'utente, ma anche, o forse soprattutto, un beneficio per l'ambiente e la salute.​