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Meno morti sulle strade nel 2019

​​​​Nel 2019 diminuiscono del 4,8% le vittime sulle strade italiane, in calo anche incidenti e feriti. Aumentano le vittime fra i ciclisti e i motociclisti. Fra gli under 24 e gli over 85 anni i più alti tassi di mortalità.​

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Un anno tutto sommato positivo per la sicurezza stradale, ma non per tutti. Soprattutto non per l'utenza più vulnerabile. Questo il quadro che emerge dai dati del report annuale ACI – ISTAT.

Infatti, rispetto all'anno precedente, nel 2019 il numero delle vittime (3.173) è diminuito del 4,8%, così come sono diminuiti – anche se con valori minimi - i dati riguardanti i feriti con 241.384 casi (-0,6%) e gli incidenti stradali che sono stati 172.183 (-0,2%). Si tratta di un andamento che conferma quanto era accaduto nel 2018 anche se la contrazione del numero dei feriti e degli incidenti era stata più sostanziosa.

Tuttavia meno positiva la situazione per i ciclisti, fra i quali hanno perso la vita in 253 con un aumento del 15,5%. Un aumento di vittime si è registrato anche fra i motociclisti con 698 morti, pari all'1,6% in più. Mentre fra i pedoni i morti a causa di incidenti stradali sono stati 534, con un calo del 12,7% rispetto al +1,5% registrato nel 2018.

Secondo il report “il marcato aumento delle vittime tra i ciclisti, soprattutto su strade statali nell'abitato e fuori città, è associato anche a una crescita degli incidenti stradali che coinvolgono biciclette (+3,3%), a una sempre maggiore diffusione dell'uso del mezzo a due ruote per gli spostamenti, pari al 25% nel 2019, e all'aumento delle vendite di biciclette, nel 2019 il 7% in più rispetto al 2018".

Un andamento con segno positivo del numero delle vittime si registra per i ciclomotoristi (88 casi; -18,5%), occupanti di veicoli per il trasporto merci (137; -27,5%) e automobilisti (1.411; -0,8%).

Le prime tre cause di incidente si confermano essere la distrazione alla guida 15,1%, il mancato rispetto della precedenza 13,8%, la velocità troppo elevata 9,3%.

Interessante è notare come diminuiscono, nel 2019, le vittime su tutti gli ambiti stradali. Forte il calo registrato sulle autostrade (comprensive di tangenziali e raccordi autostradali), pari al 6,1% (310 vittime). Sulle strade urbane la diminuzione rispetto al 2018 è pari al 5,0% con 1.331 morti; una flessione più contenuta si registra, invece, sulle strade extraurbane (-4,4%; 1.532 vittime). Detto questo va sottolineato come le strade urbane mantengano il primato per quanto riguarda gli incidenti con il 73,8% dei casi, contro il 21,0% delle strade extraurbane e il 5,3% delle autostrade e raccordi.

Alzando lo sguardo, purtroppo emerge come il tasso di mortalità stradale (morti per milione di abitanti) si attesti a 52,6 in Italia rispetto alla media Ue28 di 48,1, collocando il nostro Paese al sedicesimo posto nella graduatoria europea, stabile rispetto al 2018. Senza un vero e proprio salto di qualità!

Stesso discorso vale se confrontiamo i dati del report con gli obiettivi europei. Infatti nella Ue28 (incluso il Regno Unito), nel confronto tra il 2019 e il 2010 (anno di benchmark per la sicurezza stradale) i decessi si riducono del 22% in Europa e del 23% in Italia. Il risultato di un calo del 50% nel 2020 sembra assai distante.

Altrettanto significativo è il discorso riguardante la struttura per età dei deceduti nel 2010 e nel 2019 che mostra come l'età delle vittime continui ad aumentare sistematicamente nel tempo, con proporzioni più elevate di individui nelle fasce di età mature e anziane rispetto al 2010, in relazione all'invecchiamento della popolazione. In particolare, la distribuzione dei tassi di mortalità stradale per età, calcolati sulla popolazione residente, conferma ancora lo svantaggio delle classi di età più giovani (15-29 anni) e degli individui ultrasettantenni: il tasso specifico di mortalità più elevato è nella classe di età 85-89 anni (114,6 per milione di abitanti) e tra i più giovani nella classe 20-24 anni (82,9 per milione di abitanti).

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